Buon uso del sangue: nasce in tutte le Regioni il comitato che si occuperà dei programmi di controllo su sangue, suoi prodotti, cellule staminali e monitoraggio delle richieste trasfusionali
Si chiamerà CoBUS. A stabilirlo è un accordo formalizzato in Conferenza Stato-Regioni. E tutte le amministrazioni locali entro sei mesi dovranno recepirlo, dando contestuale attuazione in modo uniforme ai contenuti previsti. Nei limiti – è chiaramente scritto – delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigentc e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Per il buon uso del sangue è istituto il CoBUS, Comitato per il buon uso de! sangue e delle cellule staminali da sangue cordonale.
A stabilirlo è un accordo su cui c’è stata l’intesa in Conferenza Stato-Regioni. http://www.unitedonlus.org/wp-content/uploads/2017/02/COBUS-2017-12-27-251CSR_211217.pdf
E tutte le amministrazioni locali entro sei mesi dovranno recepirlo, dando contestuale attuazione in modo uniforme ai contenuti previsti. Nei limiti – è chiaramente scritto – delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigentc e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Il CoBUS dovrà essere costituito in ogni Regione e ha il compito di effettuare programmi di controllo sulla utilizzazione del sangue e dei suoi prodotti e di monitoraggio delle richieste trasfusionali.
I suoi componenti che costituiscono entrambe le Sezioni sono;
a) il direttore sanitario dell’Azienda presso cui è istituito, che lo presiede;
h) il responsabile del Servizio trasfusionale;
d) un rappresentante delle funzioni deputate alla gestione del rischio clinico;
e) un collaboratore amministrativo anche con funzioni di segreteria.
Oltre a questi componenti, ne fanno parte per la Sezione ·Sangue anche:
f) i medici dei reparti che hanno un maggior utilizzo di sangue e dci suoi prodotti;
g) i referenti per lo svolgimento delle attività di medicina trasfusionale delle strutture sanitarie convenzionate:
h) un rappresentante delle professioni infermieristiche e un rappresentante degli ostetrici;
i) un rappresentante delle Associazioni/Federazioni dei donatori volontari di sangue che hanno convenzioni con l’Azienda sanitaria;
J) un rappresentante delle associazioni dci pazienti.
Oltre a tutti questi, per la Sezione “Cellule staminali da sangue cordonale” nel CoBUS ci sono:
k) il responsabile della banca di riferimento o un suo delegato;
I) il direttore del programma di trapianto ematopoietico se istituito;
l) un medico di ostetricia e ginecologia;
m) un rappresentante delle professioni ostetriche:
n) un rappresentante delle Associazioni/Federazioni delle donatrici di sangue del cordone ombelicale presenti presso l’Azienda sanitaria;
o) un rappresentante delle associazioni dei pazienti.
La Sezione “Sangue” del CoBUS ha ii compito di predisporre e aggiornare linee guida per l’utilizzo clinico appropriato degli emocomponenti e dei medicinali emoderivati; predisporre protocolli finalizzati alla prevenzione della trasfusione evitabile. con particolare riferimento alla preparazione del paziente a trattamenti chirurgici programmati (Patient Blood l’vfanagement); definire protocolli per limitare il ricorso al predeposito mediante autotrasfusione in conformità alla normativa vigente e sulla base delle evidenze scientifiche consolidate.
Deve anche definire procedure per l’appropriata applicazione dell’emodiluizione pre-operatoria e dcl recupero intra e peri-operatorio e definire e attuare procedure per la sicurezza della trasfusione al letto del paziente in sinergia con la funzione deputata alla gestione del rischio clinico.
Effettua poi il monitoraggio della pratica trasfusionale nei singoli reparti. attraverso audit clinici e controlla e monitora l’appropriatezza clinica delle richieste trasfusionali, favorisce la condivisione di procedure tra il Servizio trasfusionale. la funzione deputata alla gestione dcl rischio clinico e gli utilizzatori del sangue e dei suoi prodotti per consolidare ii reporting degli eventi avversi trasfusionali e degli eventi evitati per migliorare la sicurezza del paziente.
Contribuisce anche al perseguimento dell’autosufficienza di sangue. emocomponenti e medicinali emoderivati e a diffondere presso le Aziende presenti sul territorio tutte le indicazioni previste, elaborate e necessarie.
La Sezione “Cellule staminali da sangue cordonale” ha ii compito di:
– promuovere iniziative finalizzate alla formazione e all’aggiornamento del personale ostetrico dei punti nascita collegati alla banca in tema di raccolta. impiego clinico e altre applicazioni terapeutiche clinicamente appropriate e sostenute da evidenze scientifiche consolidate del sangue da cordone ombelicale;
– definire le procedure operative per la raccolta del sangue da cordone ombelicale finalizzata alla donazione autologa-dedicata negli ambiti previsti dalla normativa vigente;
– definire c condividere con i rappresentanti dei punti nascita collegati gli indicatori di qualità e di sicurezza de! sangue da cordone ombelicale e le procedure per ii loro monitoraggio;
– predisporre procedure per la raccolta . ii controllo. la consegna. il trasporto c la rintracciabilità sia delle unità di sangue da cordone ombelicale, sia dei campioni biologici destinati all’esportazione nel caso di conservazione all’estero ad uso personale;
– monitorare la raccolta del sangue da cordone ombelicale ad uso personale e definire le procedure per la periodica trasmissione dei dati relativi agli organismi sovraordinati;
– controllare e monitorare ii rispetto del divieto di pubblicità relativo a banche private operanti all’estero;
– promuovere la collaborazione nell’ambito di studi c ricerche sulla raccolta, lavorazione, caratterizzazione c conservazione del sangue cordonale per una sempre migliore qualità e sicurezza;
– promuovere, in collaborazione con le Associazioni di volontariato interessate. iniziative per diffondere. tra la popolazione. in particolare tra le madri donatrici. la donazione solidaristica del sangue da cordone ombelicale, finalizzata al trapianto ematopoietico e ad altre applicazioni terapeutiche clinicamente appropriate e sostenute da evidenze scientifiche consolidale;
– promuovere una corretta e chiara informazione ai genitori in merito all’utilizzo scientificamente fondato c clinicamente appropriato del sangue da cordone ombelicale;
– diffondere presso le Aziende sanitarie presenti sul territorio indicazioni , protocolli e procedure elaborate.
Fonte: quotidianosanita.it