Permesso per donazione di sangue: durata, preavviso e indennità

Il lavoratore che dona il sangue può beneficiare di un giorno di permesso, ma solo in determinate situazioni. Qui tutte le informazioni necessari per i donatori di sangue che vogliono assentarsi dal lavoro senza perdere la normale retribuzione.

donazione sangue

Chi dona il sangue ha diritto ad un giorno di permesso dal lavoro? La risposta è sì, purché vengano soddisfatte determinate condizioni.

Come noto, ai lavoratori dipendenti viene data la possibilità di assentarsi da lavoro in determinate condizioni, beneficiando di alcuni permessi retribuiti. Ce ne sono diversi: dai permessi studio a quelli per lutto, fino ad arrivare a quelli per le donazioni di sangue.

Solitamente sono i singoli CCNL di riferimento a disciplinare termini e condizioni per usufruire dei giorni di permesso, ma in linea generale questi devono rispettare le linee guida fissate dal nostro ordinamento.

Quelle che vedremo di seguito, quindi, sono le regole generali sui permessi per i donatori di sangue; per maggiori approfondimenti vi consigliamo di consultare il vostro CCNL che potrebbe prevedere delle regole leggermente differenti per questa materia.

Una cosa però è certa: il CCNL non può derogare a quanto riconosciuto dalle norme del diritto del lavoro. Ergo, il giorno di permesso deve essere sempre concesso – qualora ne sussistano determinate condizioni – al lavoratore dipendente pubblico o privato che ha deciso di donare il sangue.

Condizioni per richiedere il permesso

Come anticipato, affinché i donatori di sangue possano richiedere il giorno di permesso – senza perdere la retribuzione – devono sussistere alcune condizioni.

Ad esempio, il diritto quantitativo minimo della donazione deve essere pari ad almeno 250 grammi, mentre il prelievo deve essere effettuato necessariamente presso un centro di raccolta riconosciuto dal Ministero della Sanità, sia mobile che fisso.

Inoltre, il lavoratore prima di beneficiare del permesso deve comunicare in anticipo al datore di lavoro la data in cui intende donare il sangue; i termini del preavviso sono indicati nei singoli CCNL.

Dopo aver beneficiato del giorno di permesso il dipendente deve presentare al suo datore di lavoro il certificato medico con tutte le informazioni sulla donazione del sangue: dati anagrafici dell’interessato, giorno e orario del prelievo, quantità di sangue che è stato prelevato e sede in cui è stato effettuata.

 

Indennità

Il lavoratore in caso di donazione ha diritto a 24 ore di riposo che decorrono dal momento in cui questo si assenta dal lavoro, oppure – a seconda dei casi – dal momento in cui questa viene effettuata.

Nel giorno di permesso il dipendente manterrà l’intera retribuzione che sarà pagata dal datore di lavoro. Sarà questo poi a rivolgersi all’INPS di competenza – entro la fine del mese successivo a quello in cui il lavoratore ha donato il sangue – per richiedere il rimborso.

Per fare la richiesta è necessario presentare una dichiarazione del donatore in cui questo afferma di aver donato il sangue in maniera totalmente gratuita e di aver beneficiato del giorno di riposo e della correlata retribuzione. Alla dichiarazione del lavoratore va affiancato il suddetto certificato medico.

Tuttavia il rimborso non può essere richiesto da alcuni datori di lavoro, come ad esempio quelli che non sono tenuti alla denuncia contributiva o agli artigiani che si occupano esclusivamente di apprendisti.

 

Rimborso per inidoneità

Potrebbe succedere però che nel giorno in cui è fissato il prelievo questo non venga effettuato per inidoneità del lavoratore.

Ad esempio, ci potrebbe essere un esclusione per motivi sanitari (il donatore è influenzato) oppure dopo aver accertato la mancata decorrenza dei tempi di sospensione (variabili a seconda dell’età, del sesso e del peso del donatore) tra una donazione e quella successiva.

In tal caso il donatore ha comunque diritto alla normale retribuzione, ma solamente per il tempo necessario per l’accertamento dell’inidoneità e delle procedure successive.

 

Permessi per donazione di midollo osseo

Anche chi dona il midollo osseo ha diritto a dei giorni di permesso regolarmente retribuiti. Si può beneficiare del permesso per tutto il periodo necessario a:

  • individuare i dati genetici del possibile donatore;
  • prelievi necessari per accertare in maniera approfondita l’effettiva compatibilità tra donatore e paziente in attesa di trapianto;
  • accertamento dell’idoneità alla donazione.

I giorni di permesso solitamente sono indicati nel certificato medico e comprendono sia le giornate in cui viene effettivamente la donazione di midollo osseo che quelle successive, così da permettere al donatore di ristabilirsi completamente dopo una procedura particolarmente debilitante.

 

 

fonte: www.money.it